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Il percorso. Il punto di partenza è la diagnosi del professionista per decidere gli interventi che migliorano la capacità di resistenza dell’edificio.

Isolatori, fibre, ripristini e consolidamenti

Guida alla messa in sicurezza antisismica In Italia – è la considerazione dalla quale è opportuno partire – circa il 75% del patrimonio edilizio esistente è stato costruito in assenza di normative antisismiche.
Questo non significa necessariamente che sia insicuro, ma di certo andrà maneggiato con attenzione.
Oggi la tecnologia e l’ingegneria antisismica non pongono limiti, in linea teorica, alle possibilità d’intervento.
Anche se, nella pratica, bisognerà tenere conto di vincoli legati alla componente economica e alla componenete umana.
Bisogna, cioè, chiedersi per ogni intervento da realizzare quanto siamo disposti a spendere per migliorare il comportamento strutturale del nostro edificio, anche in proporzione al valore di una nuova costruzione, e quali disagi e interferenze nella quotidianità possiamo sopportare per un cantiere.

LA DIAGNOSI DEL PROFESSIONISTA
Il fondamentale punto di partenza di ogni possibile ragionamento rimane comunque una corretta diagnosi, dalla quale dipenderà tutta la cura; la capacità del professionista incaricato è fondamentale soprattutto all’inizio, perché dalla corretta conoscenza del fabbricato dipendono poi tutte le scelte future d’intervento e la giusta calibrazione di quest’ultimo.
Una volta attribuita la classe del nostro edificio, se si vuole fruire dei benefici fiscali è necessario intervenire in modo che vi sia il miglioramento di una o più classi (una o più lettere, si veda anche la scheda al lato). In questo senso, il provvedimento fiscale si va a intersecare con la Normativa Tecnica sulle Costruzioni (NTC 2019) e, più in generale, con il DPR 380/2001 (il Testo Unico in Materia Ei edilizia), in quanto diventa necessario attivare un iter edilizio di progettazione e un cantiere di esecuzione delle opere.

DOMANDA E CAPACITA’
È impossibile in poche righe, vista le molte possibilità oggi disponibili, fare una descrizione accurata di tutte le tecnologie esistenti, tuttavia i vari tipi di intervento possono essere raggruppati in funzione dell’effetto che producono sull’edificio.
La resistenza sismica di un edificio dipende dal confronto tra la domanda, cioè gli effetti sulla struttura (forze, richiesta di spostamenti) derivanti dal sisma, con la capacità della struttura o degli elementi strutturali di resistere (o assecondare) queste forze (o spostamenti) senza danneggiarsi.
Di conseguenza, una prima suddivisione degli interventi possibili può essere fatta tra quelli mirati a ridurre la domanda e quelli mirati a incrementare la capacità della struttura. Spesso il risultato ottimale si raggiunge tramite una combinazione di questi elementi.
Interventi che incrementano la capacità sono ad esempio: l’introduzione di setti (elementi verticali come pareti) in cemento armato; l’incremento delle sezioni e il ripristino delle armature nelle strutture in cemento armato; l’uso di fibre; il ripristino delle murature, l’incremento dell’interconnessione tra muri ortogonali; l’introduzione di diagonali nelle strutture in acciaio.
Tra quelli che riducono la domanda possiamo invece citare: la riduzione della massa di piano per alleggerire la struttura; l’isolamento alla base, che in modo semplicistico può essere pensato come mettere dei pattini alla struttura, in modo che il terreno si muova in modo (più o meno) indipendente da questa, e l’adozione di dispositivi sismici innovativi, creati per dissipare l’energia del sisma.

GLI EDIFICI IN CEMENTO ARMATO
Facciamo, allora, alcuni esempi più concreti di intervento per edifici in cemento armato:
Riduzione delle irregolarità: regolarizzazione della distribuzione in pianta e in altezza delle masse e degli elementi resistenti, anche con la creazione di nuovi giunti o adeguamento di quelli esistenti;
Inserimento di pareti controventanti in cemento armato o in acciaio: consente di aumentare la resistenza, la rigidezza e, a seconda dei casi, di modificare la risposta sismica globale;
Incamiciatura degli elementi strutturali: consiste nell’avvolgere la sezione originaria dell’elemento resistente (pilastri, travi, pareti) con una nuova sezione (cava) che collabora con la prima; quest’ultima può essere in cemento armato o in acciaio;
Fasciature in materiali FRP: con il termine FRP, acronimo di Fiber Reinforced Polymer (materiale polimerico fibrorinforzato), si identificano tutti quei materiali compositi costituiti da fibre di rinforzo immerse in una matrice polimerica.
Le fibre svolgono il ruolo di elementi portanti sia in termini di resistenza che di rigidezza e possono essere di varia natura;
Il sistema CAM: il Cerchiaggio Attivo dei Manufatti è realizzato mediante angolari a spigoli smussati e nastri in acciaio a elevata resistenza e basso spessore.
Sono messi in opera con una pretensione tale da garantire uno strato di precompressione negli elementi strutturali di cemento armato (nodi, pilastri e travi) e un’immediata efficacia sotto incrementi di carico.
Molte di queste tecnologie possono essere facilmente utilizzate in accoppiamento a sistemi di efficientamento energetico, come il cappotto termico, consentendo quindi di massimizzare il beneficio fiscale.

GLI EDIFICI IN MURATURA
Di seguito, invece, alcuni esempi di intervento per edifici in muratura:
Ottenimento del comportamento scatolare: un edificio in muratura è caratterizzato da un buon comportamento sismico solo se la sua organizzazione strutturale è tale da garantire un funzionamento scatolare, cioè se tutte le pareti collaborano assieme a contrastare l’azione sismica.
Lo si ottiene mediante incatenamenti, cerchiature esterne mediante fasce di tessuto o barre metalliche, ammorsamenti tra le murature, rinforzo di solai e volte e collegamento degli stessi alle pareti, inserimento di cordoli in copertura.
Placcaggio: consiste nel realizzare su entrambe le facce della parete rifodere armate dotate di capacità resistenti a trazione, intimamente connesse tra loro e alla muratura; in base ai materiali impiegati per le reti di armatura (reti metalliche, in GFRP) e per i betoncini (calcestruzzo, malte a base di calce) si distinguono numerose applicazioni, ciascuna delle quali è caratterizzata da specifici vantaggi.
Inserimento diffuso di connessioni trasversali: questa tecnica mira a consolidare una muratura priva, o particolarmente scarsa, di diatoni, cioè di quegli elementi trasversali in grado di collegare i paramenti murari e che garantiscono un comportamento monolitico del pannello.

LE STRUTTURE PREFABBRICATE
Esistono, infine, tecnologie per il miglioramento del comportamento delle strutture prefabbricate (tipicamente gli stabilimenti artigianali) o per isolare l’edificio (di qualsiasi tipologia), in modo che non risenta dell’azione sismica o che sia in grado di assorbire quest’ultima (isolatori o dispositivi per la dissipazione).