Nella manovra non ci sono solo proroghe ma modifiche strutturali per diverse agevolazioni: taglio per il 110%, per le unifamiliari arrivano i nuovi requisiti.
La Legge di Bilancio 2023 usa, in materia di Bonus Casa, uno schema diverso rispetto al passato: non lavora solo per rinvii, ma punta a valutare l’efficacia degli strumenti a disposizione dei contribuenti, considerando il peso per le casse dello Stato .
È successo in materia di bonus mobili. Il tetto di spesa della detrazione, che per il 2022 era fissato a 10mila euro, non scenderà ai 5mila euro programmati per il 2023, ma arriverà a quota 8mila euro.
In questo modo, si evita di depotenziare in modo eccessivo uno sconto fiscale diventato essenziale in fase di ristrutturazione delle abitazioni, con l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici agganciato al lavoro principale.
Ma l’esempio più clamoroso è quello del superbonus, che esce totalmente rivoluzionato dall’operazione in due tempi messa in piedi da Governo e Parlamento, con il Decreto Aiuti quater (con relativa conversione) e, poi, con la legge di Bilancio. La maxi agevolazione al 110% non arriverà a fine 2023, come era programmato per i condomìni, ma dovrà rispettare le scadenze di un calendario completamente rinnovato.
La regola generale è che lo sconto, per chi effettuerà le spese nel 2023, sarà tagliato al 90 per cento.
I condomìni non dovranno rispettare paletti particolari, ma solo considerare l’altro taglio programmato a partire dal 2024, quando si passerà al 70% per poi andare al 65% nel 2025.
Le unifamiliari, invece, dovranno rispettare quattro paletti per avere il 90% nel 2023: i lavori dovranno essere stati avviati a partire da Gennaio, sarà necessario intervenire sull’abitazione principale, essere proprietari o titolari di un diritto reale sull’immobile, avere un reddito non superiore a 15mila euro in base al nuovo quoziente familiare.
Proprio il quoziente familiare rappresenta l’elemento più innovativo della riforma messa in campo sui bonus casa. Avrà una struttura diversa rispetto all’Isee, perché considererà solo i redditi e non i patrimoni.
La regola è che vanno sommati i redditi complessivi dei familiari per poi dividerli per un coefficiente costituito dalla somma di più elementi: il contribuente vale 1, se c’è il coniuge si aggiunge +1 (idem se c’è un convivente o un soggetto unito civilmente), se c’è un familiare a carico si aggiunge +0,5 (che diventa +1 se i familiari sono due e +2 se i familiari a carico sono tre o più). Quindi, la somma dei redditi di una coppia con un figlio a carico può arrivare fino a 37.500 euro, che diviso per 2,5 corrisponde appunto al tetto di 15mila euro. Importante ricordare che andranno considerati i redditi conseguiti «nell’anno precedente quello di sostenimento della spesa». In sostanza, per il 2023, i redditi 2022.
Qualche contribuente, però, si porterà dietro quel che resta del 110%.
Per le unifamiliari sarà possibile avere il 110% fino a marzo per tutti quegli interventi per i quali al 30 settembre sia stato eseguito almeno il 30% dei lavori.
Quanto ai condomìni, il 110% nel 2023 si salva in due casi: delibera approvata entro il 18 Novembre con CILAS presentata entro il 31 Dicembre o delibera approvata tra il 19 e il 24 Novembre con CILAS presentata entro il 25 novembre.
Con un superbonus un po’ meno conveniente, avranno un appeal maggiore le altre detrazioni dalle aliquote più elevate.
Per una che ha ormai chiuso il suo percorso (il bonus facciate al 60%, scaduto a fine 2022), un’altra ha incassato una maxiproroga: il bonus barriere architettoniche al 75%, per il quale ci sarà tempo fino alla fine del 2025.
Questo sconto fiscale non servirà solo per ascensori, montacarichi e piattaforme elevatrici ma anche per tutti quei lavori classificati dalle norme tecniche come rimozione di barriere architettoniche.
Ad esempio, per l’adeguamento di bagni, cucine e impianti. Attenzione però: ci sono parametri molto precisi da rispettare.
Novità, infine, anche per le case nuove, torna in pista il BONUS CASE GREEN.
Contemporaneamente, il Sismabonus acquisti non sarà più al 110%: questa agevolazione, dedicata a chi compra da imprese, immobili frutto di una demolizione con ricostruzione, dal 1° Gennaio e per tutto il 2024 ha a disposizione solo la detrazione al 75% o all’85%.